Festa del Lavoro: orgini e storia

Il ponte del 1°maggio è terminato ma quanti realmente l'hanno atteso e vissuto come “FESTA DEL LAVORO”?? Inoltre, con i tristi avvenimenti legati all'EXPO quanti di noi si sono realmente soffermati a riflettere sull'attuale scenario politico e sociale legato alla nostra condizione lavorativa?

Innanzitutto, parlando di LAVORO non possiamo non citare l'art.1 della Costituzione della Repubblica Italiana: “L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

MA QUANDO E PERCHE' NASCE LA FESTA DEI LAVORATORI?

Internazionalmente, l'origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione venne approvata la cadenza annuale dell'evento.

In Europa la festività del primo maggio invece fu ufficializzata dal movimento sindacale solo nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo (1891). Durante il ventennio fascista però la stessa festività fu soppressa – per poi essere ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945.

Anche la Chiesa, con papa Pio XII ricorda dal 1955, il il 1 maggio con la festa di San Giuseppe artigiano e lavoratore - un modo per far vivere la festa anche ai lavoratori cattolici.
La "Festa del Lavoro" è una festività mondiale e nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori che senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, hanno affermato i propri diritti, per raggiungere obiettivi e migliorare la propria condizione “operaia” - motto dell'epoca: "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire".

MA PERCHE' SI E' SCELTA LA DATA DEL 1°MAGGIO?

La scelta non fu casuale: si optò per il 1° maggio perché nel 1886, un corteo operaio svoltosi a Chicago per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore, e non 16, fu represso nel sangue. La protesta durò 3 giorni e culminò, il 4 maggio, col massacro di Haymarket: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.

LO SCENARIO ATTUALE...

Oggi le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che ai movimenti sindacali possano far sentire le proprie idee anche in altre occasioni, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio. Un'unica grande manifestazione ancora attiva è il concerto musicale inaugurato negli anni Novanta da Cgil, Cisl e Uil a cui partecipano ogni anno centinaia di migliaia di persone e sopratutto giovani di tutta Italia.

ALCUNE RIFLESSIONI “DOVUTE”...

Concludo, ricordando i già sopra citati avvenimenti “NO EXPO” di questi giorni, tanti scempi e una città distrutta da “finti protestanti” che hanno agito nascosti ed incappucci: auto incendiate, vetrine in frantumi, strade devastate e cassonetti dell'immondizia in fiamme! Che dire...belli i tempi in cui si pensava alla “protesta” ed allo “sciopero” come reale credo di diritti da conquistare e bello il quadro simbolo di Giuseppe Pellizza da Volpedo (“Il Quarto Stato”) in cui la grande dignità e compostezza della classe operaia pronta allo sciopero va al di là di ogni violenza!
 
Buone riflessioni...

Uno sciopero non dovrebbe mai essere manovrato ma spontaneo. Se lo si organizza senza alcuna coercizione non vi sarà spazio per vandalismo e saccheggi (Gandhi, 2002)